Chiavi.

 A Vicenza di notte mi sento sicura.

La città col buio pesto delle due di notte, alle volte, può incutere timore. E' vero.

L'altra sera sono tornata a casa da sola, mi stavo godendo il silenzio interrotto dal ritmo dei miei tacchi sull'asfalto. 

Ero rilassata e col sorriso sulle labbra.

Il basco in testa, la sciarpa sul collo e il cappotto, le mani in tasca.

Ah già, le mani in tasca.

Sapete cosa reggeva la mia mano destra dentro la tasca?

Le chiavi.

Avevo il dito medio all'interno del moschettone e tenevo stretto il mio mazzo di chiavi. Casa mia non era vicina. 

Inconsciamente ero pronta a tirarle fuori per difendermi.

Usarle come arma contro qualcuno.

Ma che senso ha quello che sto dicendo? Le donne che mi stanno leggendo di certo capiranno. 

Non aggiungo altro perché in una giornata di dolore come questa, non ho più parole ma tanta tanta rabbia.


Un pensiero a te, Giulia.

Commenti

  1. E' necessario che genitori e scuole di ogni ordine e grado si impegnino di più ad educare al rispetto di genere. Detto questo Giulia è nei miei pensieri.

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