Via San Vitale: la conferma del bronx di Veronetta?


[Via San Vitale alle 23 di martedì sera 12aprile 2011. Due ragazzi, bottiglie rotte e sangue. Due ragazzi sui trent’ anni hanno avuto un litigio ieri sera in via San Vitale, che si è scatenato in una rissa senza sosta nel quartiere di Veronetta. La ragione? Un pacchetto di sigarette, ma forse c’è dell’ altro. Questo non si saprà mai. La lite è iniziata con una discussione in arabo di due ragazzi marocchini, o almeno così sembravano.

All’ inizio qualche parola sputata in modo arrogante e poi un po’ di tranquillità destinata a durare poco perché successivamente uno dei due ragazzi si è lanciato sull’ altro con in mano un coccio di bottiglia, pronto a colpire il suo connazionale (si deduce perché si capivano a vicenda). Il malcapitato ha iniziato ad urlare al primo colpo “Oddio, oddio”, mentre l’attore di quest’azione violenta continuava senza interruzione. I tentativi di scappare ci sono stati ma non sono serviti a garantire la fuga a uno dei due ragazzi.

Intanto chi vive in via San Vitale si affaccia alle finestre, chi per preoccupazione, chi per curiosità, chi perché non ha nulla da fare. E le prime sentenze iniziano a farsi sentire: “Torna a casa tua!”. Non è giusto condannare queste affermazioni, perché i veronesi ad hoc vedono la loro città invasa da migranti, forestieri che disturbano la quiete pubblica e portano via lavoro. 

In questo paese c’è da sempre una tendenza a generalizzare, se un marocchino ha ucciso un uomo anche tutti gli altri marocchini lo fanno, se un romeno ha stuprato una donna anche tutti i romeni la fanno, se un italiano uccide una donna? In questo caso non si generalizza, ma si cercano di capire i problemi che aveva il colpevole: era depresso, era stato lasciato dalla moglie, aveva problemi di droga.  

La generalizzazione è una via d’uscita che tanti preferiscono prendere, perché è più facile. Chi in Italia davanti a due opzioni che portano allo stesso risultato preferisce scegliere quella più difficile? Nessuno. La persona onesta e che riflette può permettersi di prendere una decisione giusta e ragionata. 
La generalizzazione è sempre sbagliata, l’importante è rendersene conto.]

Racconto del 12 aprile 2011, quando ancora vivevo a Verona, nel quartiere di Veronetta.

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