lasciateCIEntrare

Nell'aprile 2011 Roberto Maroni ha emesso a tutte le prefetture una circolare che vietava l'ingresso di giornalisti all'interno dei Cie, centri di identificazione ed espulsione e dei Cara, centri di accoglienza per richiedenti asilo. 

Il motivo era quantomai insensato: il lavoro che i giornalisti avrebbero dovuto realizzare, disturbava il supporto che veniva dato ai migranti all'interno dei campi. In seguito alla primavera araba che ha costretto numerosi fuggitivi a migrare verso l'Italia, è stata emessa tale circolare per far fronte all'emergenza. Il nodo da slegare riguarda la data di cessazione del documento: non definita. 

Mani che escono dalla gabbia Cie


A distanza di un anno e lo stato di emergenza passato, la circolare frutto della mente "maroniana", è ancora valida.  

Ma perché questa circolare è stata emessa? Perché non è stata definita una scadenza? Troppe domande per molti dubbi. L'ipotesi più semplice allude a qualcosa da nascondere. E' risaputo che all'interno di questi luoghi, vengono violati i diritti umani. Al loro interno non possono essere usate macchine fotografiche, nemmeno telefoni cellulari con fotocamera integrata. Allora qualcosa da nascondere c'è, ed è pure un topo grosso.

I cosidetti "limbo" sono luoghi nei quali le persone sono lasciate a se stesse, dimenticate e in attesa di un documento per poterne uscire. 

Segnalo questa mini-inchiesta di Raffaela Cosentino che, in occasione dell'iniziativa lasciateCIEntrare partita oggi e che continuerà fino al 28 di aprile, in collaborazione con la campagna europea Open Access Now, permetterà ai parlamentari e operatori dell'informazione di entrare nei Cie e Cara, per controllare quello che viene messo dietro l'angolo.




La campagna vuole essere inoltre un motivo per mobilitarsi. Chi vuole dare voce a queste persone condivida l'iniziativa, perché la libertà è un diritto di tutti.

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