L'Aquila

Avete mai sentito parlare delle r(esistenti)? Sono donne. Vivono a L'Aquila e resistono. Dopo il terremoto del 2009, che ha messo la città k.o. facendo molte vittime e feriti, il capoluogo abruzzese non c’è più. Il 6 aprile dello stesso anno, giorno in cui si sono verificate le scosse più forti, è ricordato dagli abitanti della città come una pagina di un libro brutta e da voltare. Le case distrutte, i monumenti storici andati perduti e le case delle persone...quelle case che dopo il terremoto non avevano più dei padroni, perché non accessibili. Una città fantasma. Sono stata a L'Aquila un anno dopo il terremoto, per la terza giornata mondiale della pace e queste sono le fotografie che a distanza di un anno possono dimostrare i disastri all'interno del paese. 

Casa in ristrutturazione a L'Aquila
Nel 2010 le case venivano sostituite dai container, ritenuti più sicuri momentaneamente rispetto alle abitazioni della zona rossa. Inagibili perché protagoniste di continue cadute di massi. A L'Aquila non era più possibile vendere case, ma era molto più semplice vendere container. Ecco una fotografia che riporta tale disgustante aspetto di marketing commerciale.

Poster che propone la vendita di container
Le case delle persone non sono più appartenenti alle persone. Sostituite dai container. E le chiavi delle abitazioni? Che se ne fanno? Nulla ovviamente. Sono state appese ai cancelli per delimitare le zone agibili della città, simbolo di rassegnazione e immagine disarmante. 

Chiavi delle abitazioni
A tre anni e un giorno dal 6 aprile 2009, la città non ha riscontrato alcun tipo di miglioramento e il confronto che La Repubblica ha realizzato tra il 2009 e oggi è assai illustrativo. Alcune immagini non mostrano nessuna differenza.

Dopo questo excursus per ricordare il terremoto, è giusto parlare del documentario web visibile sul blog del Corriere della sera "La 27esima ora". Le donne dell’Aquila costituiscono l'abilità di stare nel web e di conciliare l'impegno con le difficoltà che ogni giorno devono affrontare. Un gruppo di giornaliste ha deciso di seguire le donne R(ESISTENTI) in tutti i momenti della quotidianità nella città fantasma de L'Aquila, dove gli autogrill non sono come per tutti un luogo di passaggio, ma sono diventati una fonte giornaliera per comprare qualcosa da mangiare. Lo scopo è quello di riuscire ad entrare nelle loro vite, estrapolando ricordi che riportino ad una ricostruzione della memoria delle protagoniste di questa situazione, ma anche della memoria collettiva italiana, perché il terremoto del 6 aprile 2009 è stato considerato come il quinto earthquake più disastroso di tutta Italia. 
E' giusto conoscere le storie di queste persone, perché riguardano anche noi italiani. 

Commenti

  1. "..dove gli autogrill non sono come per tutti un luogo di passaggio, ma sono diventati una fonte giornaliera per comprare qualcosa da mangiare" e dove i supermercati sono diventati gli unici luoghi di aggregazione, incontro, associazione, "politica" http://www.youtube.com/watch?v=0fmbepc6v1g&feature=relmfu

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    1. Grazie la Fille au trolley per il video, l'ho trovato ironico, forse le persone de L'Aquila sono passate dalla fase disperazione a quella...sorridi perché altrimenti non se ne viene più fuori!

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